domenica 28 giugno 2015


domenica 28 giugno 2015



Lettura del Vangelo secondo Giovanni 12, 35-50

In quel tempo. Il Signore Gesù disse alla folla: «Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce». Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose loro.
Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia:
«Signore, chi ha creduto alla nostra parola? / E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?». / Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: / «Ha reso ciechi i loro occhi / e duro il loro cuore, / perché non vedano con gli occhi / e non comprendano con il cuore / e non si convertano, e io li guarisca!».
Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui. Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio.
Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

All’inizio della celebrazione del nostro matrimonio la Chiesa ci ha esortati a fare memoria del nostro battesimo perché dal battesimo, come seme fecondo nascesse e prendesse vigore l’impegno di vivere fedeli nell’amore.

Il parroco ci aveva anche proposto di portare le nostre personali candele battesimali e ce le ha fatte accendere dal Cero Pasquale, simbolo di Gesù Cristo il Risorto, la Luce del mondo, prima di recitare insieme per la prima volta da coniugi la preghiera del Padre Nostro.

L’evangelo di questa domenica parla proprio di Gesù  Luce, presente in mezzo a noi, che illumina il nostro cammino sponsale perché le tenebre dell’incredulità non ci sorprendano e ci facciano smarrire, così, l’orientamento del nostro amore. Avere Gesù, Luce; credere in Gesù, Luce, è diventare insieme, come sposi, figli della Luce per riflettere la luminosità del suo amore nella vita dei figli, nella vita della comunità cristiana, nelle relazioni sociali.

Senza questa luce dell’Amore di Gesù i nostri occhi sono incapaci de vedere l’amore  della “nostra dolce metà”, siamo ciechi, finiamo per abituarci alle tenebre,” vediamo “ tutto nero, “vediamo” soltanto i difetti dell’altro e questo “vedere tenebre” indurisce i cuori.

Dai nostri cuori induriti escono, poi, parole offensive, escono giudizi pesanti: tu sei come tua madre..., tu sei come tuo padre..., tu ti comporti sempre così..., mai un complimento...mai un aiuto...

I cuori induriti non si cercano o, se si cercano, è per litigare, per rinfacciarsi tante di quelle cose che pesano come macigni e così ci si allontana, ci si estranea, ci si scopre ostili.

La buona notizia evangelica: solo il Signore può guarire!

Convertirsi, ritornare a credere in Lui che è l’Amore che ama e ci fa sentire amati; che ama e ci cambia il cuore di pietra in cuore di carne.

Convertirsi, ritornare ad ascoltare la sua Parola di amore che ci incoraggi a per-donare, a donare all’altro, per primi, l’amore come un seme, che seminato nel cuore dell’altro attecchendo metta le radici, germogli, cresca fino a dare frutti e così  il per-dono si moltiplica diventando suo e mio, diventando nostro.

Convertirsi, ritornare a Gesù, Luce, per condividere il cammino sponsale alla luce del Suo Amore, che ci dona occhi nuovi per “vedere” le potenzialità di amore di cui è ricca la nostra vita coniugale, per “vedere” Lui, Luce, e seguirlo perché Lui è via, verità e vita.

Convertirsi, ritornare a Gesù, Luce, perché il nostro amore sponsale si orienti alla gioia e alla felicità di essere un cuore e un’anima sola.