martedì 26 maggio 2015



24 maggio 2015
Domenica di Pentecoste



A cinquanta giorni dalla Pasqua-Risurrezione di Gesù Dio-Padre ci fa dono dello Spirito Santo perché abiti e rimanga sempre in noi quale nuova forza di orientamento di Amore inciso nelle nuove “tavole” dei nostri cuori.

Alleanza “nuova” tra Dio e l’umanità: nuova alleanza nuziale della quale noi sposi siamo testimonianza vivente.

I nostri corpi, tempio dello Spirito, parlano la nuova lingua del dono reciproco, non la lingua del mondo che dice sesso, ma la lingua nuova che dice tenerezza negli amplessi, negli abbracci, nei baci,  nel “fare l’amore”.

I nostri cuori, dimora dello Spirito, parlano la lingua nuova della stima, del rispetto, dell’affetto reciproco, non la lingua del mondo che dice possesso, dominio, sopraffazione, ma la lingua nuova, quella del “Cantico dei cantici”, che ci fa confessare “siamo ammalati d’Amore”.

Le nostre anime, aliti, soffi vitali dello Spirito sono caldi respiri, gemiti, grida, modi in cui lo Spirito ci dà il potere di esprimere insieme la lode a Dio-Padre, l’annuncio evangelico nella sequela quotidiana di Cristo Gesù, il bene comune nella ricerca costante della fraternità nella condivisione e nel servizio per costruire una società giusta.

Il nostro tendere reciproco ad essere un cuore solo, un’anima sola, una carne sola: manifestazione dello Spirito d’Amore avuto in dono nel nostro essere stati costituiti sacramento sponsale.

Il nostro farci agire dall’azione dello Spirito Santo si manifesta nel non sentirci orfani benché abbiamo lasciato padre e madre perché in noi lo Spirito grida Abbà-Padre a Dio  e ci fa sentire figli di Dio e membri della sua famiglia e perciò fratelli di ogni uomo.

Il nostro farci agire dallo Spirito manifesta a ciascuno di noi il suo particolare carisma, il suo particolare ministero, la sua particolare attività: la nostra vocazione sponsale per il bene della Chiesa e della Società.

I nostri fratelli ebrei, che hanno a cuore studiare la Parola di Dio, non trascurando perfino le singole parole per conoscere il cuore di Dio e il suo messaggio di amore salvifico fanno notare che uomo in ebraico su dice “ ish” e donna si dice “ ishà”. Queste due parole hanno in comune delle lettere che richiamano il nome di Dio e le lettere non in comune, messe insieme, danno la parola fuoco e concludono, sapientemente, che, se gli sposi si fanno abitare dallo Spirito del Signore, il loro amore è il fuoco che riscalda i cuori e costruisce la famiglia, la comunità religiosa e civile. Se gli sposi estromettono il Signore dalla loro unione prima o poi le loro diversità da ricchezza si trasformeranno in fuoco distruttore delle loro vite.

Veni Sancte Spiritus, tui amoris ignem accende. Veni Sancte Spiritus, veni Sancte Spiritus.

Vieni, Santo Spirito, accendi il fuoco del tuo Amore, Vieni Santo Spirito, vieni Santo Spirito.

Lo Spirito allieti i vostri cuori don Vincenzo.